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CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO

by Massimiliano Siviero

Come sarà il nostro tenore di vita quando andremo in pensione?

Nel primo articolo di questo nuovo anno vorrei affrontare un tema molto importante per cui l’Italia, rispetto al resto della comunità europea, rappresenta ancora il fanalino di coda: LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE.

Tale tema è molto ampio e per approfondirlo richiederebbe molte pagine. Qui mi limiterò a fornire i punti salienti, qualche consiglio e alcuni punti di riflessione. Molte informazioni sono a libero accesso su internet e sulla pagina del sito www.covip.it

Il tema della previdenza complementare è diventato fondamentale soprattutto a seguito del passaggio della pensione dal sistema retributivo a quello contributivo. Con il sistema retributivo, il tasso di sostituzione (rapporto tra prima pensione percepita e ultimo stipendio percepito) era intorno all’80%, pertanto, il lavoratore che andava in pensione poteva mantenere all’incirca lo stesso tenore di vita. Con il sistema contributivo il tasso di sostituzione in taluni casi potrà arrivare anche al 50% e, a parità di condizioni, tendenzialmente risulterà essere più basso per gli autonomi: difficile mantenere lo stesso tenore di vita una volta in pensione.

La previdenza complementare ricomprende i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti e i piani individuali pensionistici (P.I.P.).

Senza entrare nel merito delle differenze tra i diversi comparti in cui i contributi possono essere investiti, in linea di massima, tenendo conto dei costi e dei rendimenti, nonché, in taluni casi, dei contributi datoriali (quelli pagati dal datore di lavoro in aggiunta a quelli del dipendente), i fondi pensione negoziali sono maggiormente convenienti dei fondi pensione aperti e questi, a loro volta, sono maggiormente convenienti dei P.I.P..

I fondi pensione negoziali sono destinati a determinate categorie di soggetti lavoratori e sono diversi a seconda del settore o categoria di appartenenza.

I fondi pensione aperti e i P.I.P. possono essere sottoscritti da tutti. Anche il TFR può essere investito nella previdenza complementare e può essere ritenuta una valida alternativa rispetto al mantenimento dello stesso in azienda, in quanto, in caso di difficoltà o fallimento dell’azienda, le somme accantonate per i dipendenti potrebbero recuperarsi con difficoltà.

Qui di seguito elenco alcune specificità dei fondi pensione e P.I.P.:

1)      Fino a 5.164,57€, i versamenti volontari ai fondi pensione possono essere dedotti dal proprio reddito. Pertanto, danno origine ad un risparmio sotto forma di minori imposte IRPEF.

2)      Tali versamenti possono riguardare anche i minori fiscalmente a carico che non percepiscano redditi, altrimenti occorre effettuare delle verifiche ulteriori. La deduzione massima, però, è sempre pari al limite dei 5.164,57€ (considerando, ad es., la somma del versamento per il lavoratore e per il figlio fiscalmente a carico).

3)      La tassazione sui rendimenti che si ottengono sul fondo pensione sono a tassazione ridotta e pari al 20%.

4)      La pensione integrativa che otterremo dalla previdenza complementare viene tassata con un’imposta che può essere variabile dal 9% al 15% in funzione degli anni di adesione alla previdenza complementare. Ogni anno di adesione, dopo il 15°, fa ridurre dello 0,3% l’aliquota del 15%. Pertanto, dopo 35 anni di partecipazione si avrà l’aliquota più bassa del 9%, a seguito dello sconto massimo possibile e pari al 6%. A titolo di confronto, sulla pensione INPS vengono, invece, applicate le aliquote di tassazione IRPEF, quindi, si parte dal 23%.

5)      Molto importante: in caso di superamento del limite di deduzione dei 5.164,57€ dei versamenti volontari sul fondo pensione (es. verso 8.000€, 5164,57€ sono dedotti, l’altra parte non può esserlo), la relativa parte di rendita pensionistica che si otterrà in futuro sarà esente da tassazione. Quindi, o si deduce oggi, fino al limite visto sopra, oppure quello che lo eccede sarà completamente detassato.

6)      Per tutta la durata dell’adesione alla previdenza complementare non si paga l’imposta di bollo dello 0,2% annuo.

7)      E’ possibile richiedere delle anticipazioni su quanto versato sul fondo pensione in particolari casi:

a.       Fino al 75% in qualsiasi momento per motivi legati alla salute di colui che versa nel fondo o del coniuge o dei figli

b.       Fino al 75% dopo 8 anni di iscrizione per acquisto o ristrutturazione prima casa propria o dei figli

c.       Fino al 30% dopo 8 anni di iscrizione per qualsiasi motivo

La tassazione su quanto anticipato per le spese sanitarie fa riferimento a quanto indicato al punto 4) mentre per quanto riguarda le anticipazioni per gli altri motivi è prevista un’imposta sostitutiva del 23%.

Per concludere, due punti sono ancora molto importanti relativamente ai fondi pensione: la verifica dell’indicatore sintetico dei costi (ISC) e la possibilità del trasferimento da un fondo pensione ad un altro dopo almeno due anni di adesione.

Come indicato nel sito istituzionale della COVIP, la sola differenza dell’1% dei costi (costo di adesione, costo sui versamenti, costo di gestione), a parità di investimento, si stima possa ridurre il capitale maturato dopo 35 anni di partecipazione di quasi il 18% rispetto al fondo meno costoso. Ad esempio, il capitale maturato invece di essere pari a 100.000€ sarebbe pari a 82.000€!

Per verificare i costi del nostro fondo pensione è sufficiente andare sul sito della COVIP e confrontare questi con quelli di un fondo pensione alternativo o con la media del settore.

Fortunatamente, dopo almeno due anni di adesione, è sempre possibile cambiare fondo pensione trasferendo la posizione cumulata in un prodotto migliore.