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CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO

by Massimiliano Siviero

Coronavirus, è ora di modificare i portafogli finanziari?

L’incertezza e i cali sui mercati globali nell’ultima settimana di gennaio sono nati a causa della paura che il Coronavirus potesse diventare una seconda Sars e che portasse al ripetersi della situazione sfavorevole del 2003 che provocò la perdita di circa 50 miliardi di dollari.

Rispetto alla Sars del 2003 che richiese sino a tre mesi per adottare delle misure contenitive, il Coronavirus è stato contrastato tempestivamente nel periodo di una settimana, impedendo così un contagio di massa e il dilagarsi nella malattia nel globo, grazie anche al veloce intervento e condivisione della situazione da parte della Cina. La reazione negativa dei mercati mondiali è stata dovuta alla paura di massa, unitamente al periodo di riferimento della scoperta del virus, che ha coinciso con il capodanno cinese, festività che impatta fortemente sul PIL cinese.

A subire l’influenza del Coronavirus sono stati principalmente i settori relativi al turismo, big di lusso e spostamenti; i viaggi sono crollati del 28,8% su base annua. Aziende relative ai big di lusso quali Dior, Bulgari, Fendi, Tiffany, Vuitton e Lvmh, che tendono a subire molto eventi relativi a conflitti ed emergenze sanitarie hanno riscontrato pesanti perdite nell’ultimo mese. È stato inoltre riscontrato un alto decremento del turismo.

Secondo questi presupposti gli indici orientali (Topix – Tokio, Shanghai Stock Exchange, Hang Seng – Hong Kong) sarebbero dovuti crollare a picco. In realtà, a parte un pesante calo relativo ai primi giorni di crisi, gli indici sono stati riportati a galla dagli andamenti positivi del settore biotecnologico, che hanno visto incrementi fino al 10% e ancora in aumento. Anche il mercato azionario americano ed europeo hanno subìto un calo delle quotazioni nell’ultima settimana di gennaio, recuperando prontamente nei giorni seguenti.

Nel breve termine, le restrizioni sui viaggi e le preoccupazioni dell’opinione pubblica ridurranno probabilmente la domanda delle famiglie in Cina, così come il turismo. Combinato con il potenziale ritardo nel ritorno a una produzione normale, il rischio che la crescita in Cina scenda al di sotto del 5% anno-su-anno nel primo trimestre è in aumento.

Per il resto del mondo, visti i modesti livelli di crescita, i potenziali disagi causati nei prossimi mesi potrebbero avere un effetto diffuso, facendo rallentare la crescita globale che da poco era tornata a rafforzarsi; ipotesi questa che potrebbe avverarsi solo in caso di un’epidemia che si protrarrà per lungo tempo ed in maniera diffusa a livello globale. L’impatto più grosso sarebbe per i partner commerciali della Cina, in particolare sul resto dell’Asia, sull’Australia e potenzialmente sull’Europa.

Come muoversi dunque? La strategia non è univoca e andrebbe valutata caso per caso. Quello che si può dire è che l’asset allocation non deve essere stravolta, anzi. Quello che si consiglia è piuttosto di apportare eventualmente dei piccoli ribilanciamenti, senza rivoltare da cima a fondo i portafogli. E’ proprio innanzi a queste situazioni che non bisogna perdere di vista la pianificazione finanziaria e l’asset allocation strategica originariamente decisa. Nonostante tutto, sembra che gli investitori istituzionali acquistino ancora sulle correzioni, pertanto, stanno ancora scontando un mercato azionario con sufficienti probabilità di crescita. Un consulente finanziario può servire anche in questi momenti a supportare l’investitore dal punto di vista delle scelte, evitando che questi possa effettuare scelte sbagliate preso dall’emotività.