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CONSULENZA FINANZIARIA ETICA PER LA PROTEZIONE E CRESCITA DEL TUO PATRIMONIO

by Massimiliano Siviero

L’importanza degli indicatori economici

Tutti gli operatori sui mercati finanziari monitorano costantemente i vari indicatori economici per comprendere il contesto in cui si trovano i mercati e l’economia reale.

Esistono diversi indicatori e si possono distinguere in tre macroaree: anticipatori (leading), coincidenti (coincident) e ritardati (lagging).

I primi danno un’indicazione anticipata rispetto alle fluttuazioni economiche. Normalmente, cominciano a manifestare una tendenza al ribasso prima che sia stato raggiunto il punto di massima espansione del ciclo economico. Allo stesso modo comincerà a manifestare una tendenza al rialzo prima che sia stato raggiunto il punto minimo della contrazione economica.

La seconda tipologia evidenzia e conferma un effettivo andamento dell’economia ma viene spesso raggruppata tra gli indicatori ritardati in quanto avvengono in contemporanea o a seguito di un cambiamento economico.

I dati macroeconomici che appartengono alla terza macroarea si muovono in ritardo rispetto al ciclo. Alcuni esempi sono il PIL (Prodotto Interno Lordo), l’inflazione e i dati sull’occupazione.

Anche le curve dei rendimenti, i tassi di interesse e i prezzi delle azioni forniscono utili informazioni anticipatorie.  

Gli indicatori anticipatori maggiormente importanti sono:

  1. – PMI (Purchasing Manager Index o indici dei direttori degli acquisti) – Alto impatto, periodicità mensile
  2. – CCI (Consumer Confidence Index) – Medio impatto, periodicità mensile
  3. – CSI (Consumer Sentiment Index) – Alto impatto, periodicità bimensile
  4. – Empire State Manufacturing – Medio impatto, periodicità mensile
  5. – IFO Business Climate Index – Medio impatto, periodicità mensile
  6. – IFO World Economic Survey – Medio impatto, periodicità trimestrale
  7. – Indicator of Economic Sentiment – Medio impatto, periodicità mensile
  8. – Leading Economic Indicator – Medio impatto, periodicità mensile
  9. – Philadelphia Fed Survey – Alto impatto, periodicità mensile

Alcuni di questi indicatori hanno un impatto ALTO sui mercati, altri MEDIO.

Da sapere, però, che anche i mercati azionari, i prezzi degli immobili, il rendimento dei bond, le vendite al dettaglio, le statistiche di produzione e industria manifatturiera, insieme ai tassi di interesse, sono spesso annoverati tra gli indicatori anticipatori.

Gli altri indicatori non anticipatori ma importanti e monitorati sono i seguenti:

  1. 1) Tassi di crescita del PIL
  2. 2) Indice dei prezzi al consumo (IPC) e l’inflazione
  3. 3) Tassi di interesse reali
  4. 4) Bilancia dei pagamenti
  5. 5) Debito pubblico
  6. 6) Forza e stabilità di una valuta
  7. 7) Statistiche sull’occupazione
  8. 8) Prezzo delle materie prime

Al di là della numerosità e della varietà degli indicatori, uno dei fattori da tenere ben presenti è il seguente: gli analisti di mercato fanno delle previsioni rispetto a quasi tutti i vari indicatori sopra riportati. Gli operatori di mercato attendono l’uscita periodica di tali indicatori e, normalmente: maggiore sarà la differenza tra il dato che emerge e quello previsto degli analisti, maggiore sarà la volatilità che si potrà determinare sui mercati finanziari a seguito del riaggiustamento delle posizioni in funzione dei dati effettivi pubblicati. La durata della volatilità è in funzione dell’importanza del dato e delle conseguenze relative allo scenario e se potrebbe in qualche modo quest’ultimo avere delle ripercussioni importanti e durature.

Nel presente articolo non possiamo descrivere e analizzare tutti i vari indicatori economici sopra indicati.

Cominceremo, pertanto, in questa sede ad occuparci di alcuni di questi. In particolare, partiremo dagli indici anticipatori aventi un impatto ALTO sui mercati finanziari. Periodicamente, poi, nell’ambito dei prossimi articoli, andremo a prendere in esame via via tutti quelli citati.

PMI (Purchasing Manager Index o indici dei direttori degli acquisti) o ISM (Institute for Supply Management)

Questo indice è uno dei più seguiti e può determinare, pertanto, movimenti significativi in corrispondenza della pubblicazione. L’indice viene costruito in base a risposte a questionari inviati ai responsabili degli acquisti di molte aziende. Questi manager sono preposti all’approvvigionamento di tutto quello che serve all’azienda per produrre. Quindi, sono operatori che devono avere sotto controllo sia l’operatività dell’azienda che la situazione dei mercati presso cui va ad approvvigionarsi nonché quella dei mercati finali di vendita. In realtà, i questionari sono molto semplificati e i manager devono semplicemente rispondere “miglioramento”, “nessun cambiamento”, “peggioramento” con riferimento all’andamento della produzione sotto vari aspetti. Viene fatta, poi, una elaborazione con assegnazione di pesi diversi a seconda degli elementi analizzati che permette la determinazione del dato finale che può essere sopra 50 (miglioramento o espansione del ciclo economico) o sotto 50 (peggioramento o recessione del ciclo economico). Questo viene fatto sia per le aziende manifatturiere che per quelle non manifatturiere.

L’indice manifatturiero è nato negli USA ed è pubblicato dall’Institute for Supply Management e presenta una serie storica che parte dal 1948, a differenza di quello non manifatturiero che è stato pubblicato solo dal 2008.

Ormai questo indice viene pubblicato per moltissimi paesi da Markit Economics mensilmente insieme anche ai sottoindici relativi ai settori servizi, costruzioni e vendite al dettaglio.

Nel grafico seguente l’andamento da giugno 2012 del PMI manifatturiero americano.

 

CSI (Consumer Sentiment Index)

Altro indice molto importante e con un impatto normalmente ALTO sui mercati è il CSI. Viene pubblicato dall’università del Michigan due volte al mese: la prima è una versione cosiddetta parziale, la seconda è quella definitiva a fine mese. L’indice è costituito da due sottoindici: uno fa riferimento alla situazione attuale, l’altro alle “sensazioni” future. Come viene determinato? Vengono poste delle domande a un campione di circa 500 consumatori rispetto alle aspettative sulla loro situazione finanziaria personale nell’anno successivo, un confronto con la situazione finanziaria personale attuale rispetto all’anno precedente, le aspettative sullo stato dell’economia nazionale nei successivi 5 anni e le attuali intenzioni di acquisto per quanto concerne i principali beni di consumo. Dati elevati alti implicano un maggiore ottimismo da parte dei consumatori.

Questo indice è talmente importante che viene utilizzato dal Conference Board americano per il calcolo del Leading Indicator.

Il CSI è nato negli USA ma oggi viene utilizzato in diversi paesi che ospitano indici ufficiali ma anche non ufficiali.

Nel grafico seguente l’andamento dal primo marzo 1970 del CSI americano.

 

 

To be continued…..